Omelia nella Dedicazione della Chiesa parrocchiale ‘Santa Rita da Cascia’ in Cava dei Selci – Marino

10-04-2010

La seconda Domenica di Pasqua è fin dall'antichità denominata in Albis, poiché i neofiti, che a Roma nella Veglia Pasquale avevano ricevuto la tunica bianca, alla sera del sabato si recavano processionalmente a San Giovanni in Laterano e la 'deponevano' (cioè la toglievano e indossavano le vesti abituali) impegnandosi, però, a conservare nell'intimo del cuore e nell'espressione della loro vita la dignità battesimale, di cui quella veste era un segno. Per questo l'orazione del sabato fra l'ottava di Pasqua, riecheggiando 1 Cor 15, 54 e 2 Cor 5, 4, prega ancora oggi 'perché coloro che sono rinati nel Battesimo ricevano la veste candida della vita immortale'. Domani anche noi, celebrando i secondi Vespri di questa Domenica in albis, rinnoveremo nella nostra Cattedrale di San Pancrazio per i nostri quattordici neofiti adulti lo stesso antico rito della repositio della veste bianca.

Da alcuni anni, per disposizione di Giovanni Paolo II questa Domenica è pure denominata 'della Divina Misericordia'. Egli volle in questo modo corrispondere al messaggio di santa Faustina Kowalska, le cui reliquie insieme con quelle di altri Santi e Beati saranno fra poco riposte nell'Altare. Come lei, anche noi vorremo ogni giorno ripetere con la nostra vita le parole del Salmo: Misericordias Domini in aeternum cantabo (Sal 88 [88], 2). È peraltro ancora di viva attualità ciò che trent'anni or sono scrisse quello stesso Papa nella sua seconda lettera enciclica intitolata Dives in misericordia: 'La mentalità contemporanea, forse più di quella dell'uomo del passato, sembra opporsi al Dio di misericordia e tende altresì ad emarginare dalla vita e a distogliere dal cuore umano l'idea stessa della misericordia. La parola e il concetto di misericordia sembrano porre a disagio l'uomo, il quale, grazie all'enorme sviluppo della scienza e della tecnica, non mai prima conosciuto nella storia, è diventato padrone ed ha soggiogato e dominato la terra. Tale dominio sulla terra, inteso talvolta unilateralmente e superficialmente, sembra che non lasci spazio alla misericordia' (n. 2).

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