Omelia per la conclusione della Visita Pastorale nel Vicariato di Ciampino, 24 giugno 2012

24-06-2012

1. «Che nome date al vostro bambino?». È la domanda con la quale si dà inizio al Rito del Battesimo. È la prima, che inaugura una serie di dialoghi che lo punteggiano ed è rivolta ai genitori. Dare il nome è, ancora oggi per noi, un gesto importante. Ad esso non diamo certo più quel valore, che invece era caratteristico per gli antichi, sia in Oriente, sia in Occidente. Anche a Roma, come ci dà da conoscere Plauto, esisteva la locuzione nomen est omen: il nome è un presagio, un augurio, anche l'assegnazione di un compito, perfino un destino. Certo, anche oggi i genitori in attesa d'un figlio s'interrogano, domandano, chiedono dei pareri e suggerimenti circa il nome da scegliere, ma ciò risponde ad altre esigenze. Esso, ad ogni modo, accompagnerà nel bene e nel male una persona per tutta la sua vita

Scegliere il nome, in ogni caso, nel Rito del Battesimo è non soltanto compiere un riconoscimento, ma pure assumere un impegno: «Per N. - prosegue il ministro del Battesimo rivolto ai genitori e ripetendo il nome del bambino - che cosa chiedete alla Chiesa di Dio?». «Il battesimo», è la risposta. Più avanti, dopo la professione di fede e immediatamente prima di procedere al battesimo, si ripete per la terza volta il nome all'interno di una domanda che, questa volta, è rivolta anche ai padrini: «Volete dunque che N. riceva il Battesimo nella fede della Chiesa, che tutti insieme abbiamo professato?». Il «sì, lo vogliamo», col quale si risponde, è un atto carico di responsabilità educativa; una responsabilità che corrisponde al diritto del bambino, figlio di genitori cristiani, ad avere un'educazione cristiana.

Il racconto del Vangelo, che abbiamo appena ascoltato nella solennità della Nascita di San Giovanni Battista, ha un suo momento centrale appunto nella questione del nome da assegnare al neonato. È un simpatico quadretto, tipico dello stile dell'evangelista Luca che, in alcuni dettagli, giunge pure a fare dell'umorismo. Immaginiamo, dunque, cosa sia accaduto nella casa di Elisabetta e Zaccaria quando, affollata da vicini e parenti arrivati per il rito della circoncisione, giunge il momento di scegliere il nome.

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