Omelia per la consacrazione monastica di Sr. Maria Costanza Gatti

15-09-2001

OMELIA

per la consacrazione monastica di Sr. Maria Costanza Gatti o.s.b.

 

Qual è il fine di questa celebrazione? La risposta ci è data dalla liturgia e dalla preghiera, che all'inizio della santa messa abbiamo elevato a Dio: perché sia accresciuta la santità della Chiesa. Il nostro sguardo, dunque, si allarga progressivamente. Tutti noi osserviamo senz'altro Sr. Maria Costanza, che emette la sua professione perpetua e consacra a Dio la propria vita: siamo qui per lodare insieme con lei il Signore e pregare per lei. Guardiamo anche la comunità monastica benedettina, che l'accoglie con gioia 'affinché da questo momento abbia tutto in comunione' con ogni altra sorella di questo Monastero. Il nostro sguardo abbraccia pure la famiglia naturale di Sr. Maria Costanza, dov'è nata e dove, insieme con lei, è cresciuta ed è maturata la sua vocazione. In questa chiesa siete in tanti: parenti, amici, sacerdoti, religiose e religiosi' ciascuno di voi ha un motivo per rallegrarsi, per gioia, per dire grazie. Il fine di questa celebrazione, però, mira oltre tutti noi e intende raggiungere la Chiesa intera, perché sia accresciuta la sua santità.

 

Perché tutto questo si realizzi davvero, poniamoci facciamo riecheggiare nei nostri cuori la Parola che abbiamo appena ascoltato e raccogliamo da essa la suggestione di alcune immagini. Le prime ci sono offerte di San Paolo contenute nella seconda lettura (cfr. Fil 3, 8-14) e sono le immagini di una corsa, anzi, mi pare di poter dire, di due tipi di corsa. Anzitutto quella che si compie guardando in avanti, come fanno gli atleti che corrono in uno stadio, guardando diritto alla linea del traguardo, verso la meta. In questo caso, trattandosi di una corsa spirituale, la meta è Cristo: 'per conquistarlo', dice l'Apostolo. Subito, però, aggiunge: 'perché anch'io sono stato conquistato da Cristo'. E a questo punto mi pare che la corsa si trasformi in una danza, come quando si corre di qua e di là apparentemente senza una ragione, ma solo perché si è felici, perché si ha dentro una grande gioia: la 'superna cognizione di Cristo Gesù', il 'ritrovarsi in Lui', la sua 'chiamata'.

 

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