12 aprile 2017

“Sono forse io?”Stupiscequesta domanda di Giuda a Gesù, di fronte  al dramma della morte del Maestro che si sta architettando e nella quale egli ne è coinvolto pienamente con il suo tradimento. Fino a che punto Giuda era consapevole di quello che avrebbe fatto, non lo possiamo dire, come non possiamo rispondere alla domanda: perché noi siamo capaci di peccare e ci ritroviamo tutti peccatori?Sappiamo che il peccato è il rifiuto, consapevole e voluto, del riferimento a Dio, alla sua parola, alla gratuità del suo amore e in questo tutti possiamo cedere alla tentazione di dire “no” a Dio e seguire le vie ambigue del nostro cuore. Sempre, però, il Signore ci raggiunge con la forza della sua parola che ci pone nella verità: “tu l’hai detto!”, non per condannarci, ma per ridarci la gioia  del suo perdono che ci riammette nella sua pace. Allora, l’esperienza dell’essere peccatori non può chiuderci per sempre alla familiarità con il Signore, anzi, spesso è la via che ci riconduce all’incontro vero con Lui, che ci solleva dalla nostra bassezza per farci nuovamente gustare la bellezza della libertà dalle nostre schiavitù.