15 ottobre 2017

«Questo èil Signore in cui abbiamo sperato!»(Is  25, 9b)

Dovremmo ricordare più spesso che la nostra speranza non è riposta in oggetti o in accadimenti per quanto preziosi e piacevoli possano essere. La speranza cristiana è fissa in una persona: Gesù. La speranza è una virtù viva, promotrice di bene, creatrice di futuro. Allora, la parabola con la quale Gesù paragona il regno dei cieli a un banchetto di nozze si illumina di nuovi significati. Pensiamo solo alla gioia degli sposi, carica delle migliori aspettative, densa di futuro, pronta al cambiamento, decisa costruire il bene, protesa a generare vita. Così, Gesù ci dice che l’invito a prendere parte questa gioia è per tutti; l’accoglienza e l’adesione tuttavia è lasciata alla risposta personale. Accogliere Cristo ela sua salvezza implica un nuovo habitus, un nuovo stile di vita. È l’abito della carità. Gesù ci ha lasciato un solo comandamento quello nuovo che fa nuove tutte le cose. Ecco perché la speranza non delude perché il Signore ci dona ciò che ci comanda poiché l’amore di Cristo è già stato riversato nei nostri cuori. Così, ben radicata e fondata nella fede, la speranza non esita a rivestirsi di operosa carità per camminare incontro al Signore.