19 maggio 2023

venerdì della VI settimana di Pasqua
«Applaudite, popoli tutti,acclamate Dio con voci di gioia; perché terribile è il Signore,l’Altissimo,re grande su tutta la terra.Egli ci ha assoggettati i popoli,ha messo le nazioni sotto i nostri piedi.La nostra eredità ha scelto per noi,vanto di Giacobbe suo prediletto.Ascende Dio tra le acclamazioni,il Signore al suono di tromba.Cantate inni a Dio, cantate inni;cantate inni al nostro re, cantate inni» (Dal Salmo 46).

Il salmo responsoriale della liturgia odierna è un inno gioioso a Dio, celebra la regalità universale del Signore invitando tutti i popoli ad applaudirlo, è un inno escatologico. Sullo sfondo di questo salmo si può rintracciare un rito liturgico che comporta molto probabilmente un movimento di tipo processionale. È un’assemblea di fedeli che si è messa in marcia per entrare nel Tempio. Questo ingresso nel Tempio è un modo per rievocare quell’itinerario che ha coinvolto, generazione dopo generazione, il popolo di Dio nella sua storia. In esso si può leggere tutta la storia della salvezza che viene ricapitolata come percorso di avvicinamento, di progressivo discernimento per quanto riguarda la relazione con il Dio vivente. Ma sebbene in quella processione che entra nel Tempio si configura la rappresentanza di quel popolo specifico che ha una identità inconfondibile, che ha la sua storia particolare ed una missione singolarissima nel contesto della storia umana, tuttavia quell’ ”Applaudite popoli tutti” apre ad uno scenario ecumenico, l’invito a partecipare alla festa è rivolto alla moltitudine umana, a una platea universale e la causa della gioia è che il Cristo si è fatto conoscere su tutta la terra e “ha pagato un prezzo sufficiente per tutta la terra” (Agostino).

La seconda parte del salmo “Ascende Dio tra le acclamazioni, il Signore al suono di tromba” «profetizza l’Ascensione del Signore. Lo Spirito annuncia alle potenze angeliche che vedranno salire al cielo l’uomo innalzato al di sopra di ogni attesa (cfr. Ef 3,10), perché sia rivelata ai principati la sapienza di Dio, ch’egli ha portato a compimento nel Cristo. Questi sale perché prima è disceso (cfr. Ef 4,9)» (Cirillo Alessandrino).

A cura di Maria Massimiani, Ov