2 luglio 2016

“ misericordia io voglio e non sacrifici” (Mt 9, 13)

La chiamata di Matteo alla conversione e alla sequela di Gesù, lo stare di Gesù amichevolmente con i peccatori, che lascia perplessi e scandalizza gli osservanti della Legge, che si ritenevano “giusti”, risponde al grido profondo dell’uomo, al suo bisogno di guarigione: la fame di Dio e della sua parola di salvezza, che diventa sempre più insaziabile a causa del peccato. Gesù si pone dalla parte dei peccatori per usare loro misericordia. Egli è la Misericordia del Padre che ci raggiunge proprio là dove la nostra solitudine, diventa insostenibile. L’incontro di Matteo con Gesù è proprio l’esperienza della misericordia di Dio nella sua vita segnata dal peccato. Anche i nostri luoghi oscuri sono oggetto dell’attenzione di Dio, non perché questi siano necessari perché Dio intervenga nella nostra storia, ma perché noi in questa vita abbiamo bisogno di riconoscere la bellezza del suo amore: le vie per giungere a questa meta sono innumerevoli, spesso, però, sono segnate dalle nostre cadute.