22 dicembre 2019

Mt1,18-24

 

«Destatosi dal sonno…».

Giuseppe, lo sposo di Maria, s’inserisce in una tradizione per la quale il sonno e il sogno presagiscono l’intervento di Dio nella storia umana. Già Abramo fu assalito da un torporequando Dio passò per sigillare con un’alleanza la sua promessa; Giuseppe, il figlio che Giacobbe aveva avuto in vecchiaia, è detto “il sognatore” e i suoi sogni rivelano cose future; il profeta Elia per due volte si assopì sotto un ginepro spinto dal timore di ascoltare la voce di Dio. È vero: la chiamata di Dio porta con sé un “torpore”, una sorta di annebbiamento dei pensieri e delle idee e produce sentimenti contrastanti. Proprio per questo chiede di operare un discernimento,come fa Giuseppe pensando di ripudiare in segreto Maria. La sua giustizia si rivela già qui,poiché egli decide di agire alla luce della misericordia. Ecco, allora, l’intervento di Dio: “Non temere,Giuseppe” e gli affida il compito di introdurre Gesù nella dinastia davidica. Quando,al di là dello sconcerto, pur nella debolezza, si decide di operare un discernimento alla luce dello Spirito, che guida appunto alla pienezza della legge che è misericordia, Dio non tarda a portare a compimento l’opera iniziata, rivelandoci con chiarezza il suo volere.