Tempo ordinario (III)
«Poiché dicevano: “E’ posseduto da uno spirito impuro» (Mc 3, 30)
Secondo il concetto ebraico i demoni stavano sotto il comando di un loro principe, gli scribi insinuano dunque che Gesù sia alleato di Satana. Anche se stretto da una folla compatta, anche se sopporta il peso di tanti sguardi, la chiamata di tanti desideri, Gesù individua senza difficoltà coloro che lo bloccano e lo rifiutano. La reazione del Signore ci fa subito comprendere come il sospetto degli scribi sia più grave di quello dei parenti. La veste “religiosa” in cui viene avvolta la presunta folla, nella mente e sulle labbra dei teologi del tempo, necessita di essere contrastata. Il Signore lo fa con parabole ma non solo. Infatti per la prima volta nel Vangelo di Marco, il Signore Gesù si sente obbligato a una rigorosa chiarificazione: «in verità io vi dico: tutto sarà perdonato i figli degli uomini, i peccati anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo spirito Santo non sarà perdonato in eterno: reo di colpa eterna» (3, 28-29). Il Signore ci invita a una grande vigilanza è ad un amore sovrabbondante, capace di ascoltare il dolore senza tacciarlo; dovendo scegliere ci conviene sempre dire Signore aiutami, Signore sostienimi e guidami, fammi uscire da me stesso e da tutto ciò che è contro di me, non farmi mai mancare la tua grazia e il tuo aiuto.
«O Dio, creatore e difensore del genere umano, che hai creato l’uomo a tua immagine e somiglianza, guarda a chi è attaccato dalle insidie dello spirito immondo, e turbato, scosso e impaurito dalle mene dell’antico avversario, dell’antico nemico della terra. Allontana, Signore, i suoi assalti, sventa le sue insidie fallaci, caccia via il tentatore. Segna il tuo servo, e sia tutelato con il tuo nome nell’anima e nel corpo. Custodisci il suo petto, le sue viscere, il suo cuore. Dissipa i tentativi dell’avversario di penetrare nel suo intimo. Concedi, o Signore, la grazia che, invocando il tuo santissimo nome, colui che sino ad ora incuteva timore, egli stesso, atterrito e vinto, se ne fugga, in modo che questo tuo servo, con cuore fermo e mente sincera, ti possa debitamente servire. Per Cristo nostro Signore. Amen» (Rituale Romano).