23 novembre 2021

Lc 21,5-11

L’insegnamento della Parola di oggi forse ci “scandalizza” un po’ o, per lo meno, ci spaventa. Tutto è destinato a finire; ogni cosa che, qui e ora, appare imponente e stabile si rivela debole e inconsistente. Come creature (e la pandemia ci ha rimesso sotto gli occhi la realtà della morte), viene anche per noi il tempo in cui il corpo sarà dissolto. Universalmente, questo passaggio di ricapitolazione coinciderà con la fine del mondo, un passaggio che non sfocia nel nulla dell’abisso, ma in ciò che è veramente stabile e duraturo, il regno di Dio, l’eternità. La Scrittura oggi ce lo ridice non per aver paura ma, al contrario, per rafforzare la speranza, perché tutto ciò che muore in Cristo, in lui è destinato a risorgere e vivere per sempre.