29 novembre 2023

mercoledì della XXXIX settimana del tempo ordinario

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:«Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita» (Lc 21, 12-19).

Nei versetti precedenti, Gesù parlava della fine dei tempi e dei segni che la annunceranno; ora invece si immerge direttamente nella storia e descrive ciò che accadrà ai discepoli “prima di tutto questo”, cioè prima della fine. A differenza del passo parallelo di Marco, Luca fa quindi una netta e precisa distinzione di tempo tra le esperienze che vengono preannunciate ai discepoli e alla Chiesa, e i segni che precedono la fine del mondo prima descritti, fine ancora molto lontana. La persecuzione da parte delle autorità e giudaiche e romane diventa un’occasione per rendere testimonianza al Vangelo. E per alcuni ciò significherà essere uccisi (la parola greca tradotta qui con testimonianza, cioè martyria, nelle generazioni successive prenderà il significato di martirio). Ma Gesù assicura i discepoli che la vittoria del Vangelo non potrà essere ostacolata. Essi quindi, nonostante le persecuzioni, devono confidare pienamente in Dio che assicura loro la sua onnipotente protezione (“non un capello del vostro capo perirà”). Tutto questo significa che la Chiesa deve essere preparata ad una lunga durata delle persecuzioni, con la fiducia incrollabile di giungere al porto. Il brano mi fa capire che se incontro delle difficoltà da parte degli altri, se l mio essere cristiano convinto mi espone a giudizi amari, a sarcasmo e a irrisione, devo prendere tutto questo come occasione per “rendere testimonianza al Vangelo”. Devo preoccuparmi, invece, se tutti mi approvano: non è questo, che Gesù ha preannunciato per i suo discepoli.

A cura di Don Gian Franco Poli