Lc 11,27-28
Tutti desideriamo essere “beati”, cioè felici, pienamente appagati. Ma la via della vera beatitudinenon si fonda su certezze assolutamente ovvie e incrollabili, misurabili sul piano umano («Beato il grembo che ti ha portato»), quanto piuttosto su qualcosa di umanamente fragile e precario, perché legato all’ascolto, alla libertà di adesione, alla nostra personale conversione. È allora che la vita fa un salto di qualità. Scrive Gioele: «Folle immense nella valle della decisione»… Nel primo incontro di preghiera in tempo di pandemia papa Francesco diceva che questo è per noi il tempo di un giudizio: siamo chiamati a fare delle scelte sulla base di ciò che il nostro cuore profondo oggi avverte e ascolta, sulla Parola di Dio che lo Spirito discerne in noi e ci chiede di vivere. Ecco, da questo dipende il nostro essere beati. Allora la vita assume un altro sapore.