1 settembre 2017

«In verità io vi dico: non vi conosco»

Non c’è peggior sentenza in tutto il Vangelo!

Conoscere qualcuno per il mondo biblico è sinonimo di appartenenza. L’incontro con lo Sposo, per le vergini stolte, rivela una profonda estraneità, frutto di una vita distratta, vissuta in superficie, vissuta altrove. Ricordiamo l’indicazione sulla vigilanza dell’Evangelista Luca: “Vegliate in ogni momento pregando”; infatti, la preghiera, che è fondamentalmente relazione, è intessuta di desiderio e il desiderio, mentre abita il nostro cuore, unifica il nostro pensare e il nostro agire in direzione dell’Amato. Le vergini sagge sono “attratte” dallo Sposo mentre le vergini stolte sono “dis-tratte” da tutto, persino dalla mancanza dell’olio e così si allontanano in direzione opposta pensando di rimediarne un po’: se fossero restate lì almeno lo avrebbero incontrato nella loro povertà, che tra l’altro, sembra sia proprio quel che più attrae lo Sposo, che è figura di Gesù!