14 luglio 2016

“Il mio giogo è dolce e il mio peso leggero”.

 

Esiste davvero un giogo che non pesa? Che non schiavizza? Che non opprime, ma anzi dà ristoro? Ogni giogo di per sé “costringe” e lega. È Gesù stesso che ci chiede di legarci a lui che è il solo giogo che rende tutto leggero. E la motivazione la troviamo nei versetti precedenti: la benevolenza del Padre è diretta ai piccoli(Mt 11,25-26). Dice Gesù: “Tutto è stato dato a me dal Padre mio”; ecco il segreto: solo l’affidamento a Lui, che con il Padre è una sola cosa, ci spalanca la strada della libertà. La relazione con Gesù è il solo legame che non ci opprime, poiché egli è venuto per farsi carico di ogni nostro affanno e preoccupazione. Ci dice di imparare da lui mitezza e umiltà, cioè di diventare figli nel Figlio:lui che ad ogni istante si riceve tutto dal Padre.

Che anche noi possiamo dire con il salmista: resto quieto e sereno come un bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l’anima mia(Sl 130).