“ …difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli…ma a Dio tutto è possibile”(Mt 19, 23.26)
Siamo venuti nel mondo, nudi, spogli di tutto, il peccato ha rivestito di polvere i nostri abiti di luce e, come pesanti fardelli, avanziamo con fatica. La povertà nell’uomo è lo spazio privilegiato di Dio, il luogo del Suo riposo, mentre la sua brama di possesso ne è l’allontanamento. Non esiste vero distacco dalle cose senza libertà dal nostro egoismo, da noi stessi, dai nostri idoli, la vera povertà, infatti, ci plasma interamente, spirito e corpo. La ricerca dell’essenzialità nella nostra vita è il richiamo di Dio in noi, la nostalgia della sua amicizia che ci strappa a ogni nostro attaccamento. Le nostre ribellioni spesso spengono il desiderio dell’unica e vera ricchezza, che è Dio, tuttavia, possiamo inoltrarci nell’arido deserto della rinuncia dei beni di questo mondo: comodità, stima, successo, ecc., e vivere con gioia la nostra condizione di poveri, solo perché Gesù l’ha percorso prima di noi.“Egli da ricco si è fatto povero per noi”, perché noi potessimo ritrovare la via del ritorno al Padre, la via della Luce da cui siamo stati generati all’origine del tempo.