18 febbraio 2023

Tempo ordinario (VI)

«Fu trasfigurato davanti a loro» (Mc 9, 2)

Questa settimana si chiude con la trasfigurazione. Gli apostoli hanno già sperimentato Gesù in molti modi. Pietro lo ha riconosciuto come Cristo. La fatica è stata pensare questo Cristo non solo come un uomo mandato da Dio, ma come il Figlio di Dio venuto a compiere la rivelazione di Dio stesso e a salvare l’umanità. Sul monte Tabor i tre apostoli prediletti vedono Gesù tra Mosè ed Elia, sentono la voce di Dio che conferma che Egli è il Figlio prediletto.Un’esperienza mistica, della trascendenza che essi non si aspettavano. Una possibilità riservata a loro solo di toccare con mano la divinità di Gesù. Una chiave di interpretazione che li aiuterà a penetrare il mistero della resurrezione. Quello che non vedranno alla resurrezione lo hanno avuto in anticipo qui, nella trasfigurazione. Solo per poter accedere al mistero e renderlo un annuncio (Sr. Maria Pia Giudici – FMA).

«Dobbiamo guardarci dalla pigrizia spirituale: stiamo bene noi, con le nostre preghiere e liturgie, e ci basta questo. No! Salire sul monte non è dimenticare la realtà; pregare non è mai evadere dalle fatiche della vita; la luce della fede non serve per una bella emozione spirituale.Siamo chiamati a fare esperienza dell’incontro con Cristo perché, illuminati della sua luce, possiamo portarla e farla risplendere ovunque. Accendere piccole luci nei cuori delle persone; essere piccole lampade di Vangelo che portano un po’ d’amore e di speranza: questa è la missione del cristiano.Vi consiglio un digiuno: un digiuno che non vi darà fame. Digiunare dai pettegolezzi e dalle maldicenze: è un modo speciale. È un bel digiuno, questo … E non dimenticate che sarà utile pure ogni giorno leggere un brano del Vangelo, portare il Vangelo piccolo in tasca, nella borsa, e prenderlo quando si può, qualsiasi brano. Questo fa aprire il cuore al Signore» (Papa Francesco, Angelus, 28 febbraio 2021).

Preghiera

Signore, noi crediamo anche contando sull’esperienza e sulla fede di Pietro, Giacomo e Giovanni. Aiutaci a contemplare il racconto della trasfigurazione perché la sua bellezza trasformi la nostra esistenza, o meglio orienti il nostro vedere a riconoscere la tua esistenza, la tua vita.