Convertirsi, nella logica del regno dei cieli, è diventare come bambini. Sono proprio «questi piccoli», ossia coloro che non hanno grandi cose per essere considerati potenti o intelligenti, coloro che non contano nel mondo e non attirano l’attenzione di alcuno, a dare a Gesù lo spunto per parlare degli angeli. Questo ci consola, ci ricorda che dove lo sguardo degli uomini non si posa, dove pare non esserci grandezza o interesse o attrazione umana, proprio lì è più forte la cura di Dio per noi: Lui ci ha posto accanto degli angeli per proteggerci, guidarci, custodirci. La presenza invisibile dei nostri angeli custodi è il segno più discreto e delicato della tenerezza di Dio nei nostri confronti. È un legame che, qui sulla terra, ci ricorda la nostra chiamata al Cielo…