27 aprile 2016

“Io sono la vite, voi i tralci”

Siamo abituati a leggere in chiave personale l’immagine della vite e i tralci, forse la più bella che Gesù ci ha lasciato per esprimere il legame che ci unisce a lui e al Padre. Mal’accostamento con la pagina degli Atti ce ne dà una lettura più ampia, quelladiuna Chiesa in crescita, sempre in divenire, chiamata a rivedersicontinuamente per esprimere la sua identità stando al passo con lo Spirito. Questo discernimento dentro la storia umana richiede, come per la vite,opera espertaditaglio e potatura perché la pianta cresca e portifrutto a gloria del Padre, che è l’«agricoltore». Gesù ci garantisce che ciò è possibile e la sua parola suona per noi come un invito: «Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto…».