9 agosto 2023

XVIII settimana del tempo ordinario

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora» (Mt 25, 1-13).

È chiara la contrapposizione che la parabola pone tra le persone sagge, prudenti, e le persone stolte, contrapposizione sulla quale Gesù aveva già insistito quando aveva posto uno di fronte all’altro un uomo che costruiva la casa sulla sabbia e un uomo che la costruiva sulla roccia (Mt 7,24-27). Le persone prudenti sono quelle che ascoltano la parola del vangelo e la mettono in pratica; quelle stolte, invece, sono quelle che l’ascoltano soltanto. Così, l’olio rappresenta il vangelo attuato nella pratica della vita; i vasi vuoti sono le persone che portano con sé unicamente la professione di fede proclamata a parole. Quando lo sposo dice “Non vi conosco” non vuole dire: “Non so chi siete”. Conoscere qualcuno, in linguaggio biblico, significa dirgli di “sì”, amarlo, considerarlo uno dei propri fedeli. L’esortazione a vegliare che chiude la parabola, va intesa come una esortazione ad essere pronti e preparati. Le vergini stolte infatti non hanno colpa perché si sono addormentate (peraltro insieme alle prudenti) ma perché al momento opportuno non erano pronte ad adempiere al loro compito. Gesù, infatti, sia che parli dell’olio per le lampade, sia che parli della veste nuziale al banchetto di nozze, o della casa costruita sulla roccia, intende sempre la stessa cosa: Dio approva soltanto la vita vissuta nella fede, la fede tradotta nella vita. Se in questo momento, un angelo mi dicesse: “Tra pochi minuti morirai”, che cosa proverei, cosa farei?

A cura di Don Gian Franco Poli