15/12/2025 – Lunedì 15 dicembre, negli uffici della Curia vescovile, il Postulatore della causa di beatificazione e canonizzazione, “in offerta della vita”, del Servo di Dio Cardinale Ludovico Altieri, Waldery Hilgeman, ha consegnato al vescovo di Albano, Vincenzo Viva, la Positio relativa al processo in corso, contenente gli atti e i documenti raccolti nel corso degli anni nella fase diocesana e romana della Causa.
La Positio è stata redatta dallo storico, professor Ulderico Parente, che ne ha curato l’elaborazione scientifica sulla base della documentazione processuale, secondo le norme del Dicastero delle Cause dei Santi.
La Causa ha già superato il giudizio dei Consultori Storici e dei Teologi del Dicastero delle Cause dei Santi. È ora in attesa del giudizio dei Vescovi e Cardinali membri del Dicastero e, successivamente, di quello del Santo Padre. Si tratta di un passaggio particolarmente significativo nel cammino della Causa, che si avvia verso la possibile dichiarazione di Venerabile.
L’inchiesta diocesana sulla vita, l’offerta della vita, le virtù e la fama di santità del Cardinale Ludovico Altieri, a cui è intitolata la Scuola diocesana di formazione teologica, era stata aperta nel 2009 dall’allora vescovo di Albano, il cardinale Marcello Semeraro, e aveva visto come giudice delegato padre Giuseppe Zane, come Promotore di giustizia don Andrea De Matteis e come notaio il diacono Tomaso Antonio Ursini.
Ludovico Altieri nacque a Roma il 17 luglio 1805, discendente di una nobile famiglia e, dopo aver intrapreso la carriera ecclesiastica, venne ordinato sacerdote il 24 marzo 1833. Dopo poco tempo venne onorato, da papa Leone XII, del titolo di cappellano privato di Sua Santità. Il 19 marzo 1957 divenne Camerlengo di Santa Romana Chiesa, nel dicembre del 1859 presidente della Consulta di Stato per le finanze e, dal 17 dicembre dell’anno successivo, passò all’ordine dei cardinali vescovi. Creato, per sua opzione nel concistoro del 17 settembre 1860, vescovo suburbicario della diocesi di Albano, si distinse per coraggio e carità – come riportano alcune cronache dell’epoca – durante l’epidemia di colera del 1867, dando assistenza ai malati. Contagiato a sua volta dal morbo, si spense serenamente, proprio ad Albano l’11 agosto 1867. L’epidemia di colera era scoppiata in città da pochi giorni e il cardinale Altieri, non appena avuta la notizia della sua diffusione, aveva lasciato Roma e si era immediatamente recato ad Albano, in mezzo al contagio, per organizzare la macchina dell’assistenza e per prestare egli stesso soccorso e conforto ai contagiati. A contatto con i malati – o, stando ad altre fonti, per essersi recato al cimitero per verificare il rispetto delle condizioni igieniche minime ed evitare così un ulteriore propagarsi del colera – si ammalò a sua volta, la sera del 10 agosto, e morì nel giro di poche ore, all’età di 62 anni.







