1 maggio 2025

San Giuseppe Lavoratore

 

In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi (Mt 13, 54-58).

Il passo è tratto da un momento cruciale nel Vangelo in cui Gesù, tornato nella sua città natale, viene rifiutato dai suoi compaesani. Questo breve brano contiene numerosi spunti teologici, antropologici e spirituali. La domanda retorica posta dagli abitanti di Nazaret — “Non è costui il figlio del falegname?” — esprime lo scandalo di fronte all’umanità di Gesù. Essi conoscono la sua famiglia, il suo mestiere, la sua provenienza. Ed è proprio questa familiarità che diventa un ostacolo alla fede. In altre parole: la presenza di Dio nel quotidiano, nell’umile, nel conosciuto, è ciò che scandalizza.
Questo passo ci ricorda che Gesù non è apparso come un essere celeste alieno, ma è cresciuto in un contesto concreto, familiare, umano. L’Incarnazione è piena: Gesù ha un mestiere, parenti, una madre con nome e una storia visibile. Eppure in Lui abita la pienezza della divinità (cf. Col 2,9). Questa tensione tra l’umano e il divino è al cuore della cristologia. Gesù stesso commenterà subito dopo (v. 57): “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua”. Questo è un tema ricorrente nella Scrittura: i profeti autentici spesso vengono rifiutati da chi li conosce meglio, perché la verità che portano è scomoda e disorientante. È una critica anche alla chiusura del cuore e della mente, alla difficoltà di lasciarsi sorprendere da Dio. Il riferimento a “fratelli e sorelle” di Gesù ha generato dibattito: secondo la tradizione cattolica e ortodossa, si tratta di parenti prossimi (cugini) e non di fratelli in senso stretto, vista la dottrina della perpetua verginità di Maria. Questo brano ci sfida a riconoscere la presenza di Dio nella normalità, a non lasciarci bloccare da pregiudizi o abitudini. Spesso ciò che ci sembra troppo vicino, troppo umano o troppo semplice è proprio dove Dio si manifesta. La fede vera nasce dalla capacità di lasciarsi sorprendere (don Gian Franco Poli).