«So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui» (Mt 28,5-6). Se noi un giorno dovessimo trovarci coinvolti in eventi simili a quelli che abbiamo appena ascoltato e dovessimo udire parole come quelle che l’angelo rivolse a Maria di Magdala e all’altra Maria, la madre di Giacomo il minore e di Giuseppe, non sapremmo davvero che pensare: è in atto un terremoto, che lascia tremanti e quasi tramortiti uomini abituati alla vita dura, come le guardie; loro, però, le due donne, non devono temere! Perché mai? Cosa le tiene fuori dal pericolo? O chi ? Sono andate al sepolcro per una visita pietosa preparata con amore, ma si sentono dire: non è qui. Cosa può essere accaduto? Una visita a vuoto, ad ogni modo, lascerebbe chiunque con la bocca amara. Eppure, quell’annuncio è una rivelazione. Non è qui. L’umanità glorificata del Risorto non è più fatta per luoghi come una tomba; per il Risorto, anzi, non ci sono proprio più «luoghi». Fino a quel momento la vita terrena aveva fatto sì che il corpo di Gesù fosse localizzato: in Galilea, o in Giudea, nella mangiatoia a Betlemme o in croce sul Calvario, poi a Cana, a Cafarnao, a Betania, a Gerusalemme … Ora niente più di tutto questo. Il corpo glorioso di Gesù non è più soggetto ai limiti dello spazio e neppure del tempo (cf. CCC 645-646). Ora ch’è risorto, Gesù ha solo «relazioni», ha solo «incontri»: con i suoi apostoli, con altri suoi discepoli, con Saulo … D’ora in avanti Gesù Risorto non è più qui, o là, ma è solo con. Ora ch’è risorto, Gesù è in pienezza l’Emmanuele, ossia il «Dio con noi» (cf. Mt 1,23).
Con il mio sincero e cordiale augurio per la Santa Pasqua
Marcello Semeraro, vescovo di Albano
In allegato, l’augurio del vescovo di Albano, Marcello Semeraro per la Pasqua 2020