1 maggio 2019

San Giuseppe lavoratore

Mt 13,54-58
«Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua».
Succede anche a noi di scandalizzarci di un Dio che esce troppo dai nostri parametri che si fa troppo piccolo, troppo umile, troppo umano! Nasce allora la domanda, che immagine abbiamo di Dio? Gesù ce lo rivela, ce ne mostra il volto e ci insegna a pregarlo come Padre: “Abbà”. Sì, Gesù e il figlio di Giuseppe, il falegname e ne sperimenta tutta la paternità, ma è anche il Figlio eterno del Padre di cui ne condivide la natura, quindi egli è sostanzialmente Amore! Lasciamoci stupire da Cristo, apriamogli la porta, anzi, spalanchiamogliela! Lasciamo che Egli, sapienza eterna, valichi i confini stretti dei nostri orizzonti e lasciamolo agire in noi, per vivere in pienezza la nostra vita nella gioia e nella libertà di sentirci suoi figli.