2 maggio 2018

«In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto»

La gloria che Gesù cerca non è mai la propria, ma quella del Padre. È unicamente il Padre il destinatario della gloria che proviene dall’abbondare del frutto. Noi che non siamo liberi come Gesù, dobbiamo fare attenzione al “molto frutto” che ci attira perché è qualcosa che si vede, è misurabile e il “molto” in qualche modo ci gratifica sempre. E così, preoccupati unicamente della produttività, siamo portati a moltiplicare i nostri sforzi, misurandoci con il tempo: ma “nulla riesce a fiorire in un tempo calcolato solamente con il cronometro” (A. Grün).

In virtù dell’Incarnazione, il tempo ha ricevuto una diversa qualità: non è più il tempo limitato da utilizzare il meglio possibile, ma il luogo dell’incontro con Dio, il kairòs, il momento favorevole. Chi vive bene il momento presente viene riempito da Dio, diventa uno con se stesso e con Dio per il quale il tempo è immobile. È qui, dove tempo ed eternità coincidono, che sboccia il frutto abbondante; è solo qui che diveniamo discepoli di Gesù a gloria di Dio Padre.