23 ottobre 2015

La lotta interiore tra il desiderio del bene e la facilità a compiere il male è esperienza comune e dolorosa, se anche l’Apostolo può dire: «Io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio». È una battaglia che non possiamo vincere con le nostre forze, ma il Signore ci invita alla prudenza di un discernimento: sapervalutare e giudicare da noi stessi «ciò che è giusto» nella realtà concreta con cui ogni giorno abbiamo a che fare. Se siamo su questa lunghezza d’onda, non è più facile prevedere un temporale che scorgere i segni di una tentazione vicina… Accordarsi con l’avversario è prenderlo in contropiede finché siamo in tempo, prima che si inneschi quella catena di conseguenze che ci porterebbe ad essere prigionieri del male commesso.