6 giugno 2025

venerdì della settimana di pasqua

In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi».
Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi» (Gv 21, 15-29).

Dopo la pesca miracolosa, i discepoli condividono un pasto con il Risorto. Ora Gesù prende da parte Pietro, che lo aveva rinnegato tre volte, per riabilitarlo e affidargli una missione. Gesù non rimprovera, ma chiede amore. Lo fa tre volte, come tre volte Pietro aveva detto di non conoscerlo. Non è una condanna, ma una guarigione attraverso l’amore. Pietro risponde con umiltà: «Signore, tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene». Non osa più confrontarsi con gli altri o fare promesse: si affida alla conoscenza che Gesù ha del suo cuore. Gesù affida a Pietro la cura della sua comunità. L’amore per Cristo si concretizza nel servizio verso gli altri, specialmente i più piccoli e fragili. Gesù preannuncia a Pietro il martirio: l’amore maturo è pronto a donare la vita. Chi ama davvero, non cerca sé stesso, ma si lascia condurre anche sulla via della croce (don Gian Franco Poli).