mercoledì – della XXXI settimana del tempo ordinario
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo» (Lc 14, 25-26).
La logica di questo mondo è la prudenza, giusto. Vediamo la conseguenza di un mondo che ha abbandonato la prudenza e si illude dando sfogo a tutte le pulsioni, a tutte le passioni, a tutti gli istinti. Persone che liberano il cane rabbioso che è in loro che, alla fine, li trascina verso l’abisso. Esagero? Fatevi un giro in un bar, date uno sguardo a quelli che al mattino presto infilano soldi nelle macchinette mangiasoldi, abbruttiti e sfiniti dalla loro illusione. Ci fosse la prudenza! Se la gente si mettesse a fare due conti invece di pensare che non esiste un futuro! E spremere il pianeta come se avesse risorse inesauribili e rubare il futuro ai nostri figli! Ci fosse qualcuno che calcola le conseguenze di una guerra o l’impossibilità a finanziare la fine di un’opera pubblica che serve solo a dare qualche tangente! Gesù, però, propone qualcosa di più forte della prudenza: l’amore. Solo l’amore verso Dio permette di superare la prudenza, perché è più forte e grande del più grande amore che possiamo sperimentare. Gesù ci provoca: pretende di essere lui la più grande gioia che mai potremo sperimentare. Nessuna prudenza in questo.
A cura di Paolo Curtaz