san Luigi Gonzaga
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena» (Mt 6, 24-34).
Ancora una messa in guardia dalla ricchezza affannosamente ricercata: il progetto vivificante di Dio si oppone ai progetti di arricchimento. “Servire” in questo caso è sinonimo di “amare”. Chi serve Dio ama Dio. Chi serve “mammona”, il denaro (e magari si illude perché crede che è lui che “si serve” del denaro) ama il denaro. Servire Dio significa fare proprio il suo progetto di comunione nell’amore, di misericordia e riconciliazione, di solidarietà e condivisione. Servire il denaro significa inserirsi nel circolo dell’individualismo e dell’ambizione nel quale si confida nel denaro come fonte di sicurezza e potere. Guardando poi la società in generale, servire il denaro significa consolidare la struttura economica che favorisce l’arricchimento di minoranze, a spese delle maggioranze sfruttate e impoverite. Ovviamente Gesù non vuole distoglierci dal lavoro e dall’impegno per l’esistenza terrena. Ci dice il modo giusto di rapportarci ai beni economici: sono cose che ci servono, ma non danno il senso alla vita, perché quello lo dà solo Dio. Sinceramente, posso dire di essere totalmente “libero” da ogni attaccamento al denaro e alla ricchezza? Devo insistere sulla parola “libero” (Don Gian Franco Poli).