12/10/2025 – Con una liturgia solenne, intensa e partecipata, sabato 11 ottobre è stata celebrata nella Cattedrale di San Pancrazio la presa di possesso del Titolo della Chiesa suburbicaria di Albano da parte del Cardinale Luis Antonio Gokim Tagle.
Accompagnato dal vescovo Vincenzo Viva, dopo aver baciato sul portone di ingresso della Cattedrale il Crocifisso portogli dal parroco di San Pancrazio, monsignor Giovanni Masella, Tagle ha salutato i presbiteri del Capitolo Cattedrale e asperso se stesso e i presenti con l’acqua benedetta, quindi è stato accolto da un lungo applauso dei presbiteri, dei religiosi e dei fedeli. Dopo un breve momento di preghiera nella Cappella del Santissimo Sacramento, è iniziata la Messa, alla presenza, tra gli altri, dei cardinali Fabio Baggio e Peter Turkson, di suor. Raffaella Petrini, presidente del Governatorato della Città del Vaticano, di monsignor Emilio Nappa, Segretario del Governatorato, dell’ambasciatrice delle Filippine presso la Santa Sede Myla Grace Macahilig, di monsignor Fortunatus Nwachukwu, Segretario del Dicastero Propaganda Fide, di monsignor Samuele Sangalli, Segretario aggiunto del medesimo Dicastero, dei Prefetti di Latina, Vittoria Ciaramella, e di Napoli, Michele di Bari, dei sindaci e rappresentanti istituzionali del territorio e delle forze dell’ordine. Presente anche il fratello del Cardinale, Manuel Jr. Tagle.
La Bolla pontificia, con cui papa Leone XIV ha assegnato al Cardinale Tagle la Chiesa suburbicaria di Albano, è stata letta dal Cancelliere Vescovile, don Donato Pio Dota.
La celebrazione, curata dall’ufficio Liturgico diocesano, diretto da monsignor Adriano Gibellini, è stata animata dal Coro diocesano, diretto da Pietro Deiana, ha rappresentato anche l’avvio ufficiale dell’Anno pastorale per la Chiesa di Albano.
«Lasciamo che le tre letture – ha detto Tagle nella sua omelia (in allegato il testo completo) – ci guidino su come vivere nella speranza e camminare insieme nella speranza. Primo punto. La speranza cristiana richiede un’umile accettazione delle proprie debolezze, dei propri limiti e persino dei propri peccati. Il Giubileo ci invita ad affrontare con umiltà le nostre malattie personali e sociali, i tipi di lebbra che erodono la fraternità e la solidarietà, i vizi, le falsità e le dipendenze che ci imprigionano, specialmente i giovani. Questo esame di coscienza non ha lo scopo di farci cadere nella disperazione, ma di condurci alla verità che ci renderà liberi. Ha anche lo scopo di suscitare empatia verso il prossimo, perché la malattia, la lebbra e la prigionia che vediamo negli altri sono presenti anche in noi». Un secondo punto sottolineato dal Cardinale Tagle è che la speranza è la fonte della vera perseveranza: «Coloro che sperano in Gesù – ha aggiunto Tagle – persevereranno nella loro missione tra le difficoltà e le persecuzioni. Fratelli e sorelle, Gesù è la ragione della vostra perseveranza nella vita? Nel nostro mondo vediamo terribili segni di perseveranza mal riposta, sbagliata. Se Gesù e il suo Vangelo non sono la ragione della nostra perseveranza nella vita e nel servizio, non siamo veramente persone di speranza. Ci stiamo solo illudendo e ingannando». Un terzo aspetto sottolineato dal Cardinale riguarda la speranza come generatrice di ringraziamento e gratitudine. «A loro volta – ha proseguito Tagle – il ringraziamento e la gratitudine alimentano la speranza. Un mondo che ha perso l’arte del ringraziamento e della gratitudine è un mondo in preda alla disperazione. Rompiamo questa malinconia con la speranza in Gesù che diventa ringraziamento al vero Dio».
Al termine della Messa, il vescovo Vincenzo Viva ha salutato il Cardinale Tagle, illustrando i doni con cui la diocesi di Albano lo ha omaggiato, un piatto in argento realizzato dai Maestri argentieri Alessandro e Massimo Pirani di Marino, e un cesto di prodotti tipici del territorio. «È con profonda riconoscenza e sentimenti di filiale devozione – ha detto Viva nel suo saluto (in allegato il testo completo) – che, a nome di tutta la Diocesi suburbicaria di Albano, Le porgo il più cordiale benvenuto in questa antica Basilica. Questa sera ci rallegriamo per la presa di possesso del titolo che il Santo Padre Leone Le ha voluto affidare già pochi giorni dopo l’elezione a nuovo Pontefice. È stato un segno di pronta sollecitudine e di amore del Santo Padre per Lei e per la nostra Diocesi di Albano. La sua nomina ci ha ricordato che la nostra Chiesa locale non ha solo una vicinanza geografica con la Chiesa di Roma, ma soprattutto ha un vincolo speciale di carattere spirituale con la Sede Apostolica e il successore di Pietro. A questi sentimenti e intenzioni, si aggiunge anche la mia personale gioia e gratitudine, perché questa sera ho ricordato e ravvivato dentro di me il dono del ministero episcopale e dell’ordinazione episcopale che mi fu conferita da Lei, proprio qui ad Albano, come co-consacrante, l’8 settembre 2021, dopo che avevo vissuto otto anni di servizio nel Dicastero di Propaganda Fide, che tanto mi hanno donato e insegnato». Quindi, il vescovo ha ricordato gli insegnamenti di Papa Leone durante il suo soggiorno estivo nel territorio della diocesi: «Sono state diverse – ha aggiunto Viva – le occasioni in cui Leone XIV ci ha incontrato, ci ha parlato e ci ha incoraggiato. Le sue parole sono per noi una vera bussola per il cammino delle nostre comunità. Ci ha invitati anzitutto a riscoprire il primato della vita di grazia, ci ha anche parlato dell’urgenza di un rinnovato annuncio del Vangelo e della trasmissione della fede. La sinodalità in una prospettiva missionaria, che abbiamo conosciuto in questi anni, deve diventare anche per noi mentalità e prassi abituale. Eminenza, vogliamo quindi affidare anche alla Sua preghiera il nostro desiderio di essere Chiesa come il Vangelo ce lo insegna e come le persone del nostro tempo se lo attendono. Anche per le nostre comunità risuona l’appello del Santo Padre a diventare laboratori di pace e di riconciliazione».