Pace e condivisione, Papa Leone XIV celebra Messa con i poveri della Chiesa di Albano nel Santuario di Santa Maria della Rotonda

17/08/2025 – Pace, incontro, condivisione, preghiera. Sono gli elementi riecheggiati tra le antiche pareti del Santuario di Santa Maria della Rotonda, ad Albano laziale, e al di fuori della chiesa, per le strade gremite di fedeli, domenica 17 agosto, quando Papa Leone XIV ha celebrato Messa insieme ai poveri assistiti dalla Caritas della diocesi di Albano e agli operatori e volontari della stessa Caritas diocesana.
Giunto ad Albano intorno alle 9,15, il Papa è stato accolto in via della Rotonda dal vescovo Vincenzo Viva e dal sindaco di Albano laziale, Massimiliano Borelli, con i quali ha raggiunto il sagrato del santuario salutando i fedeli che gremivano la strada. Nel pronao è stato accolto dal rettore del Santuario, monsignor Adriano Gibellini e dal direttore della Caritas, Alessio Rossi che gli ha fatto visitare brevemente la mostra fotografica “Segni di speranza”, allestita sotto il portico e realizzata dalla Caritas diocesana.
Dopo un breve momento di adorazione davanti al Santissimo Sacramento, alle 9,30 il Papa ha celebrato la Messa, con principali concelebranti sul presbiterio) il vescovo Vincenzo Viva, don Manuel Dorantes (Direttore gestionale del Borgo Laudato sì’), monsignor Adriano Gibellini e don Giuseppe Continisio, presidente della Aps onlus, l’associazione che gestisce le Opere segno della Caritas di Albano.
Nella sua omelia (Clicca qui per il testo integrale), Leone XIV ha parlato del valore di una Chiesa che sa accogliere: «Ci troviamo in un antico Santuario – ha detto il Papa – le cui mura ci abbracciano. Si chiama “Rotonda” e la forma circolare, come a Piazza San Pietro e come in altre chiese antiche e nuove, ci fa sentire accolti nel grembo di Dio. All’esterno la Chiesa, come ogni realtà umana, può apparirci spigolosa. La sua realtà divina, però, si manifesta quando ne varchiamo la soglia e troviamo accoglienza. Allora la nostra povertà, la nostra vulnerabilità e soprattutto i fallimenti per cui possiamo venire disprezzati e giudicati, e a volte noi stessi ci disprezziamo e ci giudichiamo, sono finalmente accolti nella dolce forza di Dio, un amore senza spigoli, un amore incondizionato». Prendendo spunto dal Vangelo appena proclamato, poi, Leone XIV ha lanciato un nuovo appello alla pace e alla comunione: «Quando, come si dice, “facciamo la comunione” – ha aggiunto – ci alimentiamo di questo suo dono audace. La Messa nutre questa decisione. È la decisione di non vivere più per noi stessi, di portare il fuoco nel mondo. Non il fuoco delle armi, e nemmeno quello delle parole che inceneriscono gli altri. Questo no. Ma il fuoco dell’amore, che si abbassa e serve, che oppone all’indifferenza la cura e alla prepotenza la mitezza; il fuoco della bontà, che non costa come gli armamenti, ma gratuitamente rinnova il mondo. Può costare incomprensione, scherno, persino persecuzione, ma non c’è pace più grande di avere in sé la sua fiamma. Vi incoraggio a non distinguere tra chi assiste e chi è assistito, tra chi sembra dare e chi sembra ricevere, tra chi appare povero e chi sente di offrire tempo, competenze, aiuto. Siamo la Chiesa del Signore, una Chiesa di poveri, tutti preziosi, tutti soggetti, ognuno portatore di una Parola singolare di Dio. Ognuno è un dono per gli altri. Abbattiamo i muri».
Durante il momento liturgico dell’Offertorio, i doni liturgici al Santo Padre sono stati portati dagli ospiti delle case famiglia gestite dalla Caritas, tra cui una famiglia di origine peruviana, insieme agli operatori Caritas.
Dopo aver presieduto la preghiera dell’Angelus in piazza della Libertà a Castel Gandolfo (clicca qui per il testo integrale), papa Leone XIV ha condiviso il pranzo, presso il “Padiglione del Riposo” del Borgo Laudato si’, con una rappresentanza dei poveri del territorio (110 persone), ospiti delle strutture di accoglienza del territorio e delle case famiglia, persone senza fissa dimora e utenti dei Centri di ascolto (clicca qui per il discorso a braccio del Santo Padre).
Il Pontefice è stato accolto dal cardinale Fabio Baggio, Sottosegretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale (clicca qui per il testo del saluto) e dal vescovo Vincenzo Viva (clicca qui per il testo del saluto), alla presenza del direttore della Caritas della diocesi di Albano, Alessio Rossi, del sindaco di Albano laziale Massimiliano Borelli, del sindaco di Castel Gandolfo, Alberto De Angelis e alcuni operatori della Caritas, tra cui sacerdoti e religiose, stretti collaboratori della Caritas diocesana.
Il pranzo è organizzato dalla diocesi di Albano in collaborazione con il Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale (che gestisce il Borgo Laudato si’ di Castel Gandolfo). Il menù ha rispettato i dettami delle religioni professate dagli assistiti della Caritas e sono stati serviti, dopo un aperitivo, lasagna dell’orto, parmigiana della tradizione, arrosto di vitella con erbette saltate, macedonia di frutta e dolce (ribattezzato per l’occasione “Dolce Leone”). Sia l’aperitivo che il pranzo sono stati preparati da realtà locali di Albano laziale: l’aperitivo da “Pizza Country”, il pranzo da “Exedra Catering” e il dolce dalla pasticceria Sesta.
I partecipanti hanno ricevuto, ciascuno, un piccolo dono da parte delle sorelle Clarisse di Albano: un portachiavi realizzato dalla comunità monastica.