1 agosto 2025

venerdì – Sant’Alfonso Maria de Liguori – vescovo e dottore della Chiesa

 

In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi (Mt 13, 54-58).

In questo brano, Gesù torna nel suo paese, Nazaret, e insegna nella sinagoga. I compaesani si meravigliano della sua sapienza e dei miracoli, ma invece di lasciarsi aprire alla fede, restano scandalizzati: “Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi?”. È il dramma del pregiudizio: non riescono ad accettare che il Figlio del falegname, che hanno visto crescere, possa essere il Messia. Conoscono la sua famiglia, ma non riconoscono il mistero che la abita. Questo li chiude alla fede. Il passo si chiude con parole amare: “E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi”. L’incredulità diventa ostacolo all’azione salvifica di Dio. La familiarità con Gesù, se non accompagnata dalla fede, può diventare una barriera. Solo un cuore aperto riconosce il mistero della presenza di Dio anche in ciò che è quotidiano e ordinario (don Gian Franco Poli).