dodicesima settimana del tempo ordinario
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi (Mt 7, 21-29).
L’insegnamento è molto chiaro. Dire “Signore, Signore”: andare a messa tutte le domeniche, sentire le prediche, andare in pellegrinaggio ai santuari, partecipare alle processioni…… e poi fare i propri interessi senza curarsi degli altri, voler bene a chi ci vuole bene e odiare, disprezzare i “nemici”, trovare il senso della vita nel possesso delle ricchezze…… significa meritarsi la terribile apostrofe di Gesù: “Non vi ho mai conosciuto!” L’immagine potente della casa sulla roccia e quella sulla sabbia è di estrema eloquenza! Solo che, crollata una casa, se ne può costruire un’altra, facendo tesoro dell’esperienza precedente. La vita, invece, è una e irripetibile. In quale dei due “costruttori” mi riconosco? (Don Gian Franco Poli).