martedì – Beata Vergine del Rosario
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta» (Lc 1, 26-38).
Il Vangelo di oggi ci porta a Nazaret, in una casa semplice, forse anonima come tante altre. Eppure lì, in quel luogo nascosto, avviene l’incontro più grande della storia: Dio entra nel mondo, non con la potenza dei re, ma con la delicatezza di un annuncio, con la libertà di una domanda, con la disponibilità di una giovane donna. Luca sottolinea che l’angelo viene inviato a Nazaret, un villaggio quasi sconosciuto, e a una ragazza, Maria, senza potere e senza titoli. È lo stile di Dio: la salvezza non nasce dal centro del potere, ma dalle periferie; non dai grandi palazzi, ma da chi non conta agli occhi del mondo. Questo ci consola: significa che la nostra piccolezza, le nostre fragilità, non sono un ostacolo per Dio, ma il luogo in cui Egli ama rivelarsi.
Le prime parole dell’angelo sono un invito alla gioia: “Rallegrati, il Signore è con te”. Non è un saluto formale, è un annuncio di vita nuova. Maria è “piena di grazia”, cioè abitata da Dio, colmata dal suo amore. E questa è la radice della vera gioia: non le circostanze esterne, ma la certezza che il Signore è con noi.
Maria, turbata, non si chiude, ma domanda: “Come avverrà questo?” Non è incredulità, ma ricerca sincera. La fede non elimina le domande: le purifica, le orienta, le apre al mistero. L’angelo risponde: sarà lo Spirito Santo a rendere possibile l’impossibile. E come segno, Maria riceve la notizia di Elisabetta, la parente sterile che ora è madre. Ogni volta che Dio agisce, crea spazi nuovi là dove sembrava tutto chiuso.
Ed ecco il vertice: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. Maria non capisce tutto, ma si fida. Dice sì non perché ha già tutte le risposte, ma perché sa in chi ha posto la sua fiducia. Il suo “fiat” apre la porta a Dio, permette al Verbo di farsi carne. È un sì libero, coraggioso, decisivo. Senza quel sì, la storia sarebbe rimasta incompiuta.
Questo Vangelo non racconta solo la storia di Maria: è anche la nostra storia. Anche a noi Dio rivolge la sua Parola, ci chiama per nome, ci affida un compito. Ognuno di noi, nella vita quotidiana, è posto davanti alla possibilità di dire sì o no al progetto di Dio. Spesso ci sentiamo piccoli, incapaci, inadeguati. Ma il Vangelo ci ricorda: “Nulla è impossibile a Dio”. Maria ci insegna che la fede non è avere tutto chiaro, ma fidarsi di Dio anche quando non comprendiamo. Il suo eccomi è la via che anche noi possiamo percorrere: aprirci, accogliere, lasciar fare a Dio (Don Gian Franco Poli).