lunedì della quinta settimana di pasqua
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi
è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a
lui».
Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al
mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi
verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la
parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre
sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui
vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto» (Gv 14, 21-26).
L’amore per Gesù non si esprime solo a parole, ma si concretizza nell’osservanza dei suoi
comandamenti. L'obbedienza è segno dell'amore autentico, e questo amore riceve una risposta
divina: l'amore del Padre e la presenza di Cristo stesso. Il versetto 23 è centrale: "verremo a lui e
prenderemo dimora presso di lui". Non si tratta solo di una relazione esterna, ma di una presenza
interiore. L’anima dell’uomo fedele diventa tempio della Trinità. Lo Spirito Santo viene presentato
come Paraclito (Consolatore, Avvocato), e ha due funzioni fondamentali: insegnare e ricordare. Lo
Spirito non porta un nuovo messaggio, ma aiuta a comprendere e a vivere più profondamente la
Parola di Cristo. Gesù prepara i suoi discepoli al tempo in cui egli non sarà più fisicamente con
loro. La sua presenza continuerà attraverso lo Spirito, che li guiderà nella verità e li sosterrà nella
missione (Don Gian Franco Poli).