12 settembre 2025

venerdì – San Giovanni Crisostomo – vescovo e dottore della Chiesa

 

Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro, ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio di tuo fratello» (Lc 6, 39-42).

 

Gesù mette in guardia da guide spirituali incapaci, che non hanno luce interiore. Per guidare altri occorre prima lasciarsi illuminare dalla Parola e dalla verità di Dio. La cecità non è solo ignoranza, ma anche superbia che impedisce di riconoscere la propria fragilità. Il discepolo non supera il maestro, ma deve tendere a diventare come lui. Gesù è il Maestro: seguire Lui significa lasciarsi formare per assumere i suoi sentimenti (cfr. Fil 2,5). Non si tratta di conoscenza teorica, ma di vita conforme a Cristo. Con un’immagine vivace e paradossale, Gesù denuncia l’ipocrisia di chi ingigantisce i difetti degli altri senza riconoscere i propri. La “trave” è l’egoismo e la durezza di cuore che impediscono di vedere con chiarezza. Il vero discepolo non si erge a giudice, ma prima si lascia purificare e convertire. Solo così può aiutare davvero il fratello, non con superiorità, ma con umiltà e compassione (Don Gian Franco Poli).