Papa Leone XIV celebra Messa nella Cattedrale di San Pancrazio: una giornata di preghiera e di festa per la Chiesa di Albano

20/07/2025 – Domenica 20 luglio, Papa Leone XIV ha celebrato Messa nella Cattedrale di San Pancrazio martire ad Albano, la prima, storica, in una diocesi dal giorno della sua elezione a Pontefice. Un’occasione di festa e preghiera, in cui il Papa ha rilanciato un nuovo, accorato, appello alla pace.
Annunciato dal suono delle campane a festa, di tutte le chiese della città di Albano laziale, poco dopo le 9 il Papa ha attraversato il cancello delle Ville Pontificie per immergersi, accompagnato dal vescovo di Albano, Vincenzo Viva, e dal sindaco di Albano laziale, Massimiliano Borelli, in piazza Pia, acclamato da due ali di fedeli in festa, circa milleduecento persone.
Sul sagrato della Cattedrale, ha poi salutato il ministro della salute, Orazio Schillaci, il Prefetto di Latina, Vittoria Ciaramella, i sindaci e i commissari prefettizi dei Comuni del territorio diocesano, il presidente del Consiglio Comunale di Albano, Nicola Marini, la consigliera metropolitana Marta Elisa Bevilacqua e i rappresentanti delle forze dell’ordine del territorio. Prima di entrare in chiesa, il Papa ha ricevuto in dono dalla diocesi di Albano un piatto d’argento con il suo stemma, realizzato dai fratelli maestri argentieri Alessandro e Massimo Pirani, e preparato per la sua presa di possesso come cardinale-vescovo di Albano, saltata per la sua elezione al soglio pontificio. La Città di Albano ha invece donato al Pontefice, per tramite del sindaco Borelli, della vicesindaco Enrica Cammarano e di un dipendente comunale, un cesto con prodotti tipici realizzati quasi tutti dalla Fondazione Campaniello di Genzano che si occupa di ragazzi con disabilità.
In una Cattedrale gremita da circa 400 presenti, la celebrazione eucaristica è stata presieduta da Leone XIV, con principali concelebranti sul presbiterio il cardinale Michael Czerny, il vescovo Vincenzo Viva, il parroco della Cattedrale monsignor Giovanni Masella e il Direttore gestionale del Borgo Laudo sì’, don Manuel Dorantes. La Messa è stata inoltre concelebrata da 80 sacerdoti che operano nel territorio della diocesi di Albano: i Vicari episcopali, i Vicari territoriali, i canonici, i direttori degli uffici di curia, i parroci e i superiori locali delle famiglie religiose.
«Se è importante che viviamo la nostra fede nella concretezza dell’azione e nella fedeltà ai nostri doveri, a seconda dello stato e della vocazione di ciascuno – ha detto il Papa nella sua omelia (clicca qui per il testo completo) – è però pure fondamentale che lo facciamo partendo dalla meditazione della Parola di Dio e dall’attenzione a ciò che lo Spirito Santo suggerisce al nostro cuore, riservando, a tale scopo, momenti di silenzio, momenti di preghiera, tempi in cui, facendo tacere rumori e distrazioni, ci raccogliamo davanti a Lui e facciamo unità in noi stessi. È questa una dimensione della vita cristiana che oggi abbiamo particolarmente bisogno di recuperare, sia come valore personale e comunitario che come segno profetico per i nostri tempi: dare spazio al silenzio, all’ascolto del Padre che parla e “vede nel segreto”». Quindi, ha sottolineato i due atteggiamenti dell’ascolto e del servizio, citando il brano del Vangelo appena proclamato in cui Maria e Marta sono al cospetto di Gesù (Lc 10,38-42): «Sia il servizio che l’ascolto – ha detto il Papa – non sono sempre facili: richiedono impegno, capacità di rinuncia. Costa fatica, ad esempio, nell’ascolto e nel servizio, la fedeltà e l’amore con cui un papà e una mamma mandano avanti la loro famiglia, come pure costa fatica l’impegno con cui i figli, a casa e a scuola, corrispondono ai loro sforzi; costa fatica capirsi quando si hanno opinioni diverse, perdonarsi quando si sbaglia, prestarsi assistenza quando si è malati, sostegno quando si è tristi. Ma è solo così, con questi sforzi, che nella vita si costruisce qualcosa di buono; è solo così che tra le persone nascono e crescono relazioni autentiche e forti, e che dal basso, dalla quotidianità, cresce, si diffonde e si sperimenta presente il Regno di Dio».
Al termine della Messa Leone XIV ha donato al vescovo Viva una casula: «Espressione – ha detto Leone XIV – della nostra vicinanza alla sua Chiesa diocesana, con il desiderio che la benedizione del Signore sempre vi accompagni. Grazie per il suo servizio e grazie al suo popolo».
La celebrazione liturgica è stata curata dall’Ufficio Liturgico diocesano, diretto da monsignor Adriano Gibellini e animata dal coro interparrocchiale diretto dal maestro Pietro Deiana, con organista il maestro Grimoaldo Macchia, che ha composto la marcia d’ingresso per il Santo Padre appositamente per Papa Leone XIV, ed è stata eseguita la prima volta in assoluto in questa celebrazione.
Alle 12, Leone XIV ha poi presieduto la preghiera dell’Angelus in piazza della Libertà a Castel Gandolfo (clicca qui per il testo completo).
In allegato il libretto della celebrazione, curato dall’ufficio Liturgico diocesano.