5 agosto 2025

lunedì – San Giovanni Maria Vianney

 

In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini (Mt 14, 13-21).

 

Questo brano racconta la moltiplicazione dei pani e dei pesci: un miracolo che manifesta la compassione di Gesù e anticipa l’Eucaristia. Gesù si ritira in disparte dopo la morte di Giovanni Battista, ma la folla lo segue. Nonostante il suo dolore, Gesù si commuove e si prende cura della gente, guarendola e poi sfamandola. Il suo cuore non si chiude, ma si apre ancora di più. Quando i discepoli vorrebbero congedare la folla perché si faccia carico del proprio bisogno, Gesù risponde con parole decisive: «Date loro voi stessi da mangiare». È un invito a farsi responsabili del bisogno degli altri, ma anche un richiamo alla fede: è nel donare che si moltiplica ciò che si ha. Cinque pani e due pesci, nelle mani di Gesù, bastano per tutti. Il gesto di prendere il pane, benedire, spezzare e dare richiama chiaramente l’Eucaristia: Gesù si fa pane spezzato per la fame dell’umanità. Dove c’è compassione, nasce il miracolo. La logica del Regno non è quella della scarsità ma dell’abbondanza che nasce dalla condivisione. E ogni discepolo è chiamato a essere parte attiva di questo dono (Don Gian Franco Poli).