lunedì della quindicesima settimana del tempo ordinario
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa». Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città (Mt 10, 34.11.1).
Questa frase può sembrare provocatoria o addirittura in contrasto con l’annuncio evangelico della pace. Ma Gesù non nega la pace come valore: Egli è il Principe della Pace (Is 9,5), e dopo la risurrezione saluta sempre con «Pace a voi». Tuttavia, qui vuole sottolineare che il suo Vangelo provoca crisi, separazione e decisione. La “spada” non è quella della violenza, ma quella che divide: è la forza interiore della verità e dell’amore radicale che smaschera il compromesso e mette a nudo le scelte. Chi vuole seguirlo deve essere disposto a rompere con ogni idolatria, anche con legami familiari, se questi si oppongono al Vangelo (come spiegato nei versetti successivi, Mt 10,35-39). Seguire Cristo implica una lotta interiore e, a volte, conflitti esteriori. La pace autentica nasce solo da scelte vere, anche se dolorose. Il versetto 11.1. segna una svolta narrativa. Gesù ha appena concluso un lungo discorso missionario rivolto ai Dodici (capitolo 10). Ora passa all’azione personale: non solo manda i discepoli, ma egli stesso continua a predicare e insegnare. Gesù non è un maestro che resta a guardare: annuncia il Regno in prima persona, mettendo in pratica ciò che chiede agli altri (Don Gian Franco Poli).